In caso di infiammazioni e malattie di vario genere alle vie respiratorie, è ormai un’abitudine sempre più diffusa ricorrere alla terapia con aerosol.
Spesso, però, l’aerosol viene utilizzato un po’ a sproposito. Siamo sicuri di essere davvero ben informati sulle caratteristiche e le funzionalità di questo apparecchio? Quando serve veramente e quando è meglio evitarlo? E come si usa correttamente? Quanti modelli ci sono in vendita?
Di seguito risponderemo a queste e a tante altre domande, in modo da approfondire l’argomento, chiarire dubbi e sfatare alcuni falsi miti sull’utilizzo dell’aerosol.
L’aerosol è il dispositivo necessario per effettuare la cosiddetta “aerosolterapia”, ovvero per somministrare i farmaci per via inalatoria: usando l’aerosol il farmaco viene quindi introdotto nell’organismo semplicemente respirando.
Si tratta di un nebulizzatore che funziona riducendo in particelle microscopiche (formando una sorta di “pioggerellina” finissima) il farmaco immesso dentro l’apparecchio al fine di trattare una specifica patologia di carattere respiratorio. Essendo ridotta in piccoli corpuscoli, la sostanza farmacologica riesce a raggiungere più facilmente le vie respiratore, bronchi e polmoni compresi.
Facendo penetrare in profondità nelle vie respiratorie il farmaco, l’aerosol riesce a:
- Eliminare la secchezza di tutto il tratto respiratorio umidificandolo bene
- Fluidificare le secrezioni bronchiali, favorendone quindi l’espulsione
- Attenuare eventuali broncospasmi
- Svolgere un’azione terapeutica precisamente localizzata nella zona in cui è presente l’infezione.
L’aerosol è efficace in caso di determinate patologie respiratorie da raffreddamento, quali:
- Bronchite: essendo un apparecchio pensato proprio per ridurre i broncospasmi, l’aerosol in genere funziona bene in caso di bronchite che presenta questo sintomo (compresa la bronchite asmatica e l’asma bronchiale). In genere non va invece va impiegato in caso di bronchite acuta, visto che questa forma di bronchite solitamente non comporta broncospasmi
- Polmonite e broncopolmonite
- Bronchiolite (si tratta di un’infezione che interessa le ultime diramazioni dei bronchi)
- Laringite
- Allergie: l’aerosol può tornare utile anche in caso di disturbi respiratori dovuti alle allergie primaverili.
Il fatto che sia impiegato per trattare le patologie respiratorie da raffreddamento fa credere a molte persone che l’aerosol possa essere tranquillamente utilizzato anche per far passare prima un semplice raffreddore. Non è così: il raffreddore deve seguire il suo corso e usare l’aerosol per farlo passare prima in realtà non serve a molto.
In generale, l’utilizzo dell’aerosol non ha senso per trattare i disturbi delle alte vie aeree: oltre al raffreddore, anche patologie come mal di gola, naso chiuso, sinusite, tonsillite e faringite in genere non necessitano di questo tipo di terapia.
Usando l’aerosol è possibile far arrivare il farmaco anche nella parti più “nascoste” e profonde dell’apparato respiratorio: il quale è strutturato come una sorta di albero e presenta quindi delle aree che non possono essere raggiunte attraverso altre modalità di somministrazione terapeutica.
Questo è senza dubbio il vantaggio principale, ma l’aerosolterapia ne comporta anche altri: ad esempio, la quasi totale assenza di effetti collaterali (la maggior parte dei farmaci introdotti per via inalatoria è assorbita praticamente solo a livello locale, pochissimo a livello sistemico: in questo modo l’azione terapeutica è anche più efficace) e la facilità di utilizzo dell’apparecchio (anche sui bambini).
Un modello classico di aerosol si compone di:
- Compressore ad aria: questa componente ha il compito di emettere il getto d’aria da far arrivare al farmaco
- Tubo di raccordo in plastica (attraverso il quale passa l’aria per arrivare al farmaco e ridurlo in piccolissime particelle)
- Ampolla in plastica (o vetro) con ugello di nebulizzazione: nell’ampolla va messo il farmaco, dopo aver inserito l’apposito ugello di nebulizzazione.
L’aerosol include sempre i seguenti accessori, da utilizzare per effettuare correttamente la terapia:
- Boccaglio: permette la somministrazione del farmaco attraverso la bocca. Bisogna tenerlo a mano durante tutta la terapia ed è molto utile anche per evitare che il farmaco che vada a depositarsi sul naso
- Mascherina: va utilizzata in alternativa al boccaglio solo in determinate situazioni. Ad esempio, con i bambini, perché con loro può essere più difficoltoso usare il boccaglio. Copre sia la bocca che il naso
- Forcella nasale: questo accessorio si usa solo se il farmaco dev’essere applicato direttamente sulla mucosa nasale. Viene quindi impiegato piuttosto raramente, anche perché se la zona da trattare è il naso spesso si ricorre alla doccia nasale.
Se possibile, è meglio il boccaglio perché evita che il farmaco vada a depositarsi nel naso. In questo modo la terapia risulta più efficace (soprattutto se è necessario trattare le basse vie aeree). Il naso infatti filtra le sostanze e fa quindi arrivare al tratto inferiore dell’apparato respiratorio un minor numero di sostanze terapeutiche.
Con la mascherina invece, per quanto venga tenuta ben aderente al viso, è più facile che un po’ di farmaco si depositi sul viso e sul naso.
Occorre assemblare l’apparecchio collegando le varie componenti (ampolla con ugello, boccaglio e tubo di raccordo), dopodiché, usando una siringa sterile, bisogna inserire nell’apposita ampolla la soluzione con il farmaco. A questo punto punto, dopo aver attivato l’apparecchio premendo l’apposito pulsante, è bene fargli fare un giro di nebulizzazione a vuoto, per circa 15-20 secondi: serve per rendere le particelle di nebulizzazione più stabili.
Da ricordare che prima di toccare l’aerosol è fondamentale lavarsi bene le mani.
L’utilizzo dell’aerosol è abbastanza semplice e intuitivo. Ecco come fare:
- Indossare il boccaglio
- Procedere con la terapia tenendo sempre il nebulizzatore verticalmente, inspirando lentamente ed espirando dopo 5-10 secondi
- Proseguire in questo modo finché l’apparecchio non produce più la “nebbiolina”.
Durante tutta la procedura occorre stare seduti tenendo il tronco ben eretto, cercando anche di essere il più rilassati possibile e controllando bene il respiro (respirare lentamente e correttamente favorisce una migliore nebulizzazione).
In questo video, pubblicato da Una Farmacista per Amica, potete vedere come usare l’aerosol.
Dipende dalla quantità di medicinale prescritta, dal modello di aerosol e anche dal tipo di farmaco (alcuni nebulizzano più velocemente, altri più lentamente).
In ogni caso non ci si può sbagliare perché non occorre tenere il tempo: quando il farmaco sarà esaurito, non ci sarà più nebulizzazione e ciò significa che il trattamento è finito.
L’aerosol come apparecchio in quanto tale può essere usato da tutti e non presenta quindi particolari controindicazioni.
Possono però esserci delle controindicazioni rispetto alla somministrazione di alcuni dei farmaci da usare con l’aerosol: ad esempio, i farmaci a base di cortisone vanno usati con cautela (e nei bambini andrebbero evitati) perché possono dare luogo a fastidiosi effetti collaterali. Il trattamento farmacologico va comunque prescritto dal medico: sarà quindi lui a segnalare se nella situazione specifica vi sono particolari controindicazioni.
Fondamentalmente ci sono due grandi categorie di aerosol:
- Ad aria compressa (anche chiamati aerosol pneumatici o meccanici)
- Ad ultrasuoni.
Quello pneumatico (o meccanico) funziona attraverso un meccanismo ad aria compressa ed è il modello di aerosol più vecchio e datato. Presenta un compressore (o una pompa) che ha il compito di formare un getto d’aria spinto dentro l’ampolla in cui si trova il farmaco: in questo modo il farmaco viene nebulizzato in piccolissime particelle. Rispetto ad un aerosol ad ultrasuoni è più economico, ma anche più lento e rumoroso.
L’aerosol ad ultrasuoni, invece, è decisamente più tecnologico. Funziona attraverso la tecnologia ad ultrasuoni, usando le vibrazioni a frequenze ultrasoniche (causate da un impulso elettrico) di una membrana posta all’interno del dispositivo. Queste vibrazioni hanno un effetto nebulizzante sul farmaco. Un po’ più cari dei modelli meccanici, questi aerosol però sono anche più veloci e silenziosi.
Si tratta di due tipologie diverse di aerosol meccanico: quelli a membrana sono i modelli più vecchi, lenti a nebulizzare (in media hanno bisogno di una decina di minuti per nebulizzare solo 3 ml di soluzione) e sono anche i più rumorosi. In compenso, se si è disposti a passare sopra questi difetti, costano meno.
L’aerosol a pistone invece, benché abbia la stessa modalità di funzionamento, è più potente, più silenzioso e più veloce (anche se pur sempre meno veloce e meno silenzioso di un modello ad ultrasuoni). In genere i modelli a pistone sono anche molto solidi e robusti.
Si tratta dell’ultima generazione di aerosol, dalla tecnologia più moderna e all’avanguardia: funzionano attraverso una membrana porosa che oscilla nebulizzando la medicina. Per utilizzarli bisogna sempre applicare il boccaglio o la mascherina. Vengono spesso chiamati anche “nebulizzatori mesh” e presentano numerose caratteristiche positive:
- Silenziosità e velocità di nebulizzazione
- Compattezza e quindi facilità di trasporto
- Funzionamento a pile (il farmaco quindi non rischia di surriscaldarsi).
Con i bambini è preferibile evitare gli aerosol troppo lenti e rumorosi, come quelli classici a membrana. Il bambino infatti potrebbe agitarsi per via del rumore e soprattutto non riuscirebbe a stare fermo per tutto il tempo richiesto da quel genere di apparecchio. Molto meglio optare per un modello a pistone, a membrana vibrante o, se il bambino non è molto piccolo, per uno a ultrasuoni (che in genere si consiglia di evitare nella prima infanzia).
Sì, oltre agli aerosol a membrana oscillante che sono leggeri e compatti e quindi perfetti da portare con sé in viaggio, in vendita è possibile trovare diversi altri modelli portatili. Ad esempio, gli aerosol a micropistone: di dimensioni contenute e molto leggeri, sono studiati appositamente per essere portati comodamente in giro.
A seconda del tipo di infiammazione/patologia da trattare, possono essere prescritti farmaci di vario genere da utilizzare con l’aerosol: cortisonici, mucolitici, broncodilatatori, antibiotici, antiasmatici, antiallergici, etc.
Naturalmente il farmaco dev’essere sempre prescritto dal medico curante: è meglio evitare il fai da te, anche perché l’aerosol come abbiamo visto non è sempre la soluzione più indicata per trattare una patologia. Pertanto dev’essere il medico a prescriverne l’utilizzo.
Sì, in genere per usare l’aerosol il farmaco va diluito in una soluzione fisiologica purificata (naturalmente rispettando le dosi prescritte dal medico).
No. Nonostante l’ottimo e silenzioso funzionamento, questo tipo di aerosol non riesce a nebulizzare alla perfezione alcuni tipi di farmaco.
Ad esempio, quelli a base di cortisone: l’aerosol ad ultrasuoni ne modifica la composizione perché fa surriscaldare la soluzione.
Prima di comprare un modello ad ultrasuoni, quindi, è meglio assicurasi che il farmaco che si andrà ad utilizzare sia compatibile (nel bugiardino di ogni farmaco viene riportata quest’informazione).
Sì, l’aerosol si può utilizzare anche senza farmaci e solo con prodotti naturali. Ad esempio, per purificare le vie respiratorie e prevenire l’insorgenza delle infiammazioni, si può tranquillamente utilizzare senza prescrizione medica una soluzione fisiologica (ovvero dell’acqua con sali minerali) o un prodotto a base di acque termali sulfuree.
Oppure si possono usare degli oli essenziali naturali dalle capacità antinfiammatorie e fluidificanti (ad esempio, di eucalipto o di pino), da diluire a seconda della loro concentrazione.
In genere per fluidificare le secrezioni bronchiali viene consigliato l’aerosol ad ultrasuoni: sembra che sia particolarmente efficace in situazioni di questo tipo.
Un buon criterio da tenere presente per scegliere un aerosol di ottima qualità è la dimensione delle particelle che vengono nebulizzate: perché si possa parlare di un buon prodotto, le particelle devono avere un diametro inferiore ai 5 micron (compreso fra 0,5 e 5 micron; in media, di 2-4 micron).
Solo con dimensioni di questo genere riusciranno a penetrare facilmente e uniformemente anche nei recessi delle basse vie respiratorie e ad esplicare quindi la propria azione terapeutica. Prima di comprare l’aerosol, quindi, è importante controllare quest’aspetto.
Oltre alle caratteristiche tecniche dell’aerosol (ovvero la dimensione delle particelle), che valgono oggettivamente per tutti, ci sono altri elementi da prendere in esame, la cui importanza dipende dalle priorità soggettive di ciascuno:
- Rumorosità dell’apparecchio: per alcune persone con bassa tolleranza ai rumori avere un aerosol poco silenzioso è oggettivamente un grosso fastidio. In tal caso, meglio scegliere un modello particolarmente silenzioso (quindi ad ultrasuoni o a membrana oscillante). Avere un apparecchio molto rumoroso potrebbe essere un problema anche qualora vada usato sui bambini oppure in orario notturno (disturberebbe chi sta dormendo)
- Qualità e resistenza dei materiali: se il dispositivo è destinato ad un utilizzo frequente e continuativo (ad esempio per trattare disturbi cronici), è bene dare la priorità a modelli di ottima fattura, realizzati in materiali solidi e duraturi (sia per quanto riguarda gli accessori che la struttura di base). La plastica non è da escludersi a priori perché, se di buona qualità, è anche più robusta e resistente del vetro (il quale è più soggetto a rompersi)
- Presenza di determinate funzioni aggiuntive: c’è chi si accontenta di un modello semplice – purché funzioni bene – e chi invece preferisce un aerosol sofisticato dotato di diverse funzioni aggiuntive
- Facilità di trasporto: qualora si abbia intenzione di portare spesso in giro l’apparecchio, occorre valutare attentamente anche aspetti come la compattezza, il peso e la tipologia di alimentazione (per un comodo utilizzo fuori casa l’alimentazione a pile è l’ideale). I modelli migliori da portare in giro sono in genere corredati di una custodia in cui poter riporre anche tutti gli accessori.
Alcuni modelli di aerosol sono ricchi di funzioni accessorie che, anche se non influiscono direttamente sulla qualità della terapia, sono senza dubbio molto utili.
Ecco quali sono:
- Possibilità di effettuare il lavaggio nasale: alcuni apparecchi hanno incluso l’accessorio per effettuare la doccia nasale (rinowash). Si tratta di una funzionalità la cui importanza va valutata soprattutto se l’aerosol andrà usato spesso su neonati e bimbi piccoli
- Funzionalità di spegnimento automatico: è una funzione extra molto comoda perché fa spegnere automaticamente l’apparecchio quando il farmaco è terminato. In questo modo non bisogna controllare in continuazione quando il trattamento sta per finire, per poi spegnere l’aerosol manualmente
- Possibilità di regolare l’intensità dell’aria: si tratta di una funzione presente negli aerosol ad aria compressa che consente di scegliere se erogare l’aria (e quindi la nebulizzazione) più velocemente oppure più lentamente
- Pulizia automatica: se è presente questa funzione aggiuntiva, è sufficiente riempire di acqua il serbatoio per attivare una pulizia automatica dell’apparecchio al termine di ogni trattamento.
Con i bambini l’operazione può risultare più difficoltosa perché non sempre offrono la dovuta collaborazione.
Come prima cosa bisogna assicurarsi che il bimbo sia sereno tranquillo: se è troppo vivace, agitato o sta piangendo è meglio rimandare la terapia. Inoltre è meglio evitare il boccaglio e usare la mascherina: avendo però l’accortezza di utilizzarne una della misura giusta. Altrimenti il farmaco si depositerà quasi tutto sul viso e la terapia sarà inutile.
Sì, se l’apparecchio è dotato di una mascherina delle dimensioni adatte ad un neonato. Altrimenti è necessario procurarsela: usare una mascherina troppo grande vanificherebbe del tutto l’efficacia del trattamento.
Di per sé l’aerosol non è vietato né durante la gravidanza, né durante l’allattamento, ma potrebbero esserlo alcuni dei farmaci che si usano con l’apparecchio. Per questo prima di utilizzarlo bisogna sempre chiedere allo specialista.
Possono essere tanti i motivi per cui un aerosol non riesce a nebulizzare:
- Il tubo di raccordo non è ben steso, potrebbe essere un po’ piegato
- Il filtro dell’aria è ostruito (in tal caso va sostituito)
- All’interno dell’ampolla non è stata messa la soluzione con il farmaco
- L’ampolla è priva dell’ugello di nebulizzazione.
E’ del tutto normale che, alla fine del trattamento, resti nel nebulizzatore una piccola quantità di farmaco: si chiama volume residuo e va semplicemente eliminato quando si pulisce l’apparecchio, visto che non può essere utilizzato.
Perché il trattamento può in alcuni casi (specie nei bambini) favorire la tosse. E la tosse può favorire la comparsa di senso di nausea e vomito: per questo motivo è meglio evitare di effettuare l’aerosolterapia subito dopo aver mangiato.
Pulire bene l’aerosol è fondamentale: non solo per evitare di veicolare germi durante la terapia, ma anche per mantenerlo in buono stato e farlo quindi durare più a lungo.
Dopo ogni utilizzo bisogna quindi procedere in questo modo:
- Smontare e sciacquare con acqua calda tutte le componenti e gli accessori, eliminando completamente le rimanenze del farmaco. Da ricordare che sarebbe meglio non usare detersivi, né effettuare una sterilizzazione in acqua bollente nel caso in cui le componenti siano in plastica (anche se la pulizia sarebbe più accurata, le componenti si rovinerebbero)
- Verificare che il foro di uscita sia libero e non ostruito (usando eventualmente uno spillo per pulirlo)
- Lasciare asciugare all’aria, disponendo tutto sopra un panno pulito.
Non particolarmente: è sufficiente seguire le istruzioni riportate sul libretto relative al cambio del filtro d’aria e di ampolla, maschera e boccaglio (se l’aerosol viene utilizzato in maniera continuativa, è bene sostituirli in media ogni 3 o 4 mesi).
In farmacia o in parafarmacia: in quelle più grandi e specializzate nella vendita di dispositivi terapeutici è possibile trovarne un’ampia offerta, per tutte le esigenze e le disponibilità economiche. Inoltre in farmacia si può chiedere consiglio al personale sul modello più adatto alle proprie necessità.
In alternativa, soprattutto se si sa già quale modello serve, si può acquistare l’apparecchio in rete.
Sì, in farmacia è possibile noleggiare solo l’apparecchio, ad un costo contenuto. Gli accessori personali (mascherina, boccaglio, etc.) invece non si possono noleggiare: bisogna quindi acquistarli separatamente.
Ai vari modelli di aerosol corrispondono prezzi un po’ diversi.
A partire da 50-60 euro è possibile acquistare un buon aerosol ad ultrasuoni, mentre se si vuole risparmiare qualcosa è meglio optare per un modello meccanico (ad aria compressa): questi aerosol orientativamente possono costare da un minimo di 20-30 euro ad un massimo di 60 euro. I più cari in assoluto sono gli aerosol a membrana vibrante, che in genere costano almeno 80 euro.
No, il fatto che un aerosol costi più di un altro non significa che sia un prodotto più valido ed efficace dal punto di vista terapeutico.
A far lievitare il prezzo sono altri fattori che non hanno nulla a che fare con l’efficacia terapeutica: la tecnologia di funzionamento, la velocità della nebulizzazione, il grado di rumorosità del dispositivo, la qualità e la resistenza dei materiali, la presenza di funzioni aggiuntive.